Ultime visioni FILM — giugno 2018

The Killing of a Sacred Deer, Unsane, Logan Lucky

Sara Mazzoni
3 min readJun 17, 2018
  • The Killing of a Sacred Deer: in realtà l’ho visto a gennaio grazie ai miei potenti mezzi, ma da noi esce adesso. Vi ricordate quanto era vivace e ottimista The Lobster? Bene, questo è ancora più allegro. A me è piaciuto, però ci ho messo un po’ a entrarci dentro. È tutto assurdo e terribile, c’è una certa ironia di fondo, ma fa più preoccupare che ridere. Di Yorgos Lanthimos, 2017.
  • Logan Lucky: meh. Si parla troppo e di niente. Di Steven Soderbergh, 2017.
  • The Overnight: commedia inquietante prodotta dai Duplass. 4 attori in parte, una location, mi è piaciuta un casino. Di Patrick Brice, quello di Creep. Ottimo.
  • Winchester: ghost story con Helen Mirren, dicevano tutti che faceva cagare invece è un film caruccio. Certo non è Predestination, opera precedente dei due autori, ma pazienza. Per chi non rompe troppo i coglioni. Dei fratelli Spiering, 2018.
  • The Strange Thing About the Johnsons e gli altri corti di Ari Aster: aspettando Hereditary, suo primo lungometraggio; sono delle cose assurde, inquietanti, con un umorismo dell’oscurità. Qualche vezzo qui e là glielo si perdona. Tutto su Vimeo.
  • The Neon Demon: recuperato ora che è uscito su Netflix, è un film che non avevo visto perché ne parlavano tutti male e invece anche in questo caso mi è piaciuto. Non ha esattamente una trama, ma quando sono dell’umore giusto è una cosa che apprezzo. Di Nicolas Winding Refn, 2016.
  • Unsane: carino soprattutto il primo tempo, psycho-thriller angosciante fino alla fine. Purtroppo si sfilaccia nella seconda parte, ma può valere comunque la pena. Sempre ottima Claire Foy. Di Steven Soderbergh, 2018.
  • The Intervention: commedia corale su Netflix, è quel filone in cui un gruppo di amici si svanga problemi vari durante un ritiro in campagna. Ce ne sono parecchi così, questo è simpatico e innocuo, ma anche meglio di altri. Attori caratteristi solite facce che vedete ovunque ma non sapete mai come si chiamano. Di Clea DuVall, 2016.
  • Game Night: commedia movimentata con base thriller, parte molto carica ma alla fine è un po’ la solita cosa. Gradevole se non volete impegnarvi troppo. Di John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein, 2018.
  • Free Fire: una sola location, una sola sparatoria che dura 90 minuti, questa è la faccenda. Interessante, ma un po’ sottotono. È british. Di Ben Wheatley, 2016.
  • You Were Never Really Here: molto bello. Una storiaccia hard boiled raccontata con toni scarni e introspettivi. Di Lynne Ramsay, 2017.

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Written by Sara Mazzoni

Podcast: Attraverso Lo Schermo. Scrivo di cinema e televisione.

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