Questioni di gender in HOUSE OF THE DRAGON — Ep. 4

In che modo lo show HBO corregge gli errori di Game of Thrones

Sara Mazzoni
9 min readSep 20, 2022

Questo articolo su House of the Dragon esiste anche in formato audio nel podcast Attraverso Lo Schermo. Lo trovate su tutte le piattaforme principali.

Come anticipato dalla produttrice esecutiva Sarah Hess, in House of the Dragon è stata prestata particolare attenzione al modo in cui vengono trattate le questioni di genere, specialmente nella rappresentazione della violenza. La serie cerca di allontanarsi dagli errori commessi da Game of Thrones nello stesso ambito.

Ho già parlato dei buoni propositi del nuovo show nell’episodio del podcast intitolato House of the Dragon, il prequel di Game of Thrones. Vediamo quindi come sono state sviluppate le intenzioni dichiarate da Sarah Hess.

Il quarto episodio, King of the Narrow Sea, era una puntata difficile per via del suo tema principale: la sessualità di due ragazze molto giovani, Rhaenyra e Alicent. La vicenda qui è incentrata sulle prime esperienze di Rhaenyra e sulla vita intima di Alicent con re Viserys.

La regia viene per la prima volta affidata a una donna, la britannica Clare Kilner, regista di cinema e televisione. Dovrebbero uscire ancora almeno due episodi diretti da lei. La puntata è stata scritta dallo sceneggiatore Ira Parker, che tra le varie cose ha lavorato al dramedy Better Things. Saltando subito alle conclusioni: ritengo che sia stato fatto un ottimo lavoro. La puntata è veramente riuscita.

Uno dei suoi grossi pregi è saper parlare di oppressione e persino di violenza, senza limitare solo a questo il racconto della sessualità femminile. Si parla parecchio di limitazioni della libertà e della funzione di corpo riproduttivo attribuita alle donne; ma questa tetraggine non cancella tutto il resto. Viene mostrato anche un aspetto gioioso ed entusiasta. L’episodio racconta poi anche aspetti più sfumati, in cui il consenso coesiste assieme a qualcosa di più ambiguo.

Ci sono tre diversi tipi di approccio, rappresentati in questa puntata.

Il primo è quello che si consuma tra Daemon e la nipote Rhaenyra durante una notte di festa tra le stradine di King’s Landing. E questo è il versante ambiguo. Il rapporto tra i due è consensuale, però ci sono diverse ombre su tutta la situazione. Una è macroscopica: Daemon è lo zio di Rhaenyra, e da quello che vediamo nei primi 4 episodi sembra aver coltivato un rapporto privilegiato con lei fin da quando era giovanissima.

Ci viene chiarito dall’inizio della serie che questo non è casuale: c’è un desiderio nascosto. Esso viene intercettato da Mysaria, l’amante di Daemon, nella prima puntata. Quando lui ha problemi di performance, Mysaria gli propone di chiamare un’altra ragazza: una vergine con i capelli argentei. Sta chiaramente descrivendo una controfigura di Rhaenyra, all’epoca quindicenne.

Sempre nella prima puntata, assistiamo alla consegna di un dono da parte di Daemon alla nipote: una collana in acciaio di Valyria. Rappresenta il legame privilegiato che i due personaggi hanno con le loro antiche origini. Questo è un discorso esplicitato da Daemon, che alla fine della quarta puntata dice al fratello: “Dammi Rhaenyra così che la possa prendere in moglie e restituiremo alla casata del drago la gloria che le spetta”.

C’è grande ambiguità nelle energie che Daemon porta nella relazione con Rhaenyra. La ragazza ha evidentemente una cotta per lui, che Daemon ha coltivato sapientemente nel corso del tempo. Zio e nipote hanno spesso dialoghi in valyriano, l’antica lingua dei Targaryen, quella usata per addestrare i draghi. È come un linguaggio segreto condiviso soltanto da loro due, qualcosa che unisce e che crea esclusione. Il comportamento di Daemon ha le caratteristiche del grooming, un adescamento in presenza di uno squilibrio di potere (in questo caso, dato soprattutto dall’età).

Ci sono varie sfaccettature nell’interesse di Daemon per Rhaenyra. La puntata lascia intendere in modo esplicito che ci sia un freddo calcolo: Rhaenyra è l’erede al trono. Daemon le ha teso una trappola, pensando di poterla poi sposare. Questo è confermato dal fatto che Daemon le toglie il berretto con cui nasconde i suoi riconoscibilissimi capelli, nel momento in cui i due entrano nella casa di piacere.

Sappiamo che c’è anche altro: Daemon non sta mentendo, quando dice a Viserys che lui e Rhaenyra porterebbero la casata agli antichi fasti. Daemon è davvero interessato alle qualità di Rhaenyra, sembra esserne innamorato. Ma questo non cambia niente di quanto detto prima. Lui la manipola, e in questa puntata la manovra per sedurla pubblicamente e disonorarla. In questo modo, la potrà sposare. Il fatto è che però poi tutto va in un modo diverso da quello previsto.

Il primo ad abbandonare il piano è proprio lui. Sappiamo già che Daemon diventa meno performante quando è impensierito. In questo caso, la risposta fisica di Rhaenyra sembra metterlo profondamente in difficoltà, e lui finisce per scappare.

Daemon in tutto questo viene rappresentato come il classico “bad boy tossico”. È un personaggio autolesionista che trascina gli altri nel suo baratro, perché non è in grado di gestire le sua stessa emotività. Anche grazie alla bellissima interpretazione di Matt Smith, sappiamo che Daemon di emozioni ne ha proprio tante, tutte conflittuali. Ama suo fratello Viserys e allo stesso tempo la sua missione è rovinargli l’esistenza. Ama anche Rhaenyra, ma è pronto a sacrificarla per il suo progetto distruttivo. È il classico tipo che maltratta le persone a cui tiene. Pensate a come si rivolge a Misarya in questo episodio.

Il secondo modello di situazione amorosa rappresentato nella puntata mette in gioco energie del tutto diverse, cioè quelle di Rhaenyra che seduce Ser Criston. Questo è il caso in cui assistiamo alla gioia di un’esperienza emancipata. L’intero episodio descrive Rhaenyra come un personaggio simpatico e vivace: lo vediamo quando reagisce con ironia alla rappresentazione teatrale che la prende in giro. La simpatia è una caratteristica nuova per i personaggi femminili del mondo di Game of Thrones, a partire da Daenerys.

Rhaenyra invece ci strappa diverse risate in quasi tutte le sue scene del quarto episodio: per esempio quando mente ad Alicent, con una enorme faccia di bronzo, negando tutto l’accaduto. Con Ser Criston tira fuori la sua sfrontatezza in un corteggiamento giocoso, in cui lei è la parte attiva, ancora travestita da paggio con camicia e pantaloni. La scena ha dei tocchi di umorismo sia per il conflitto interiore di Criston — che rischia grosso ad accettare, ma è molto tentato –, sia per quanto risulti complicato levargli l’armatura.

La dinamica tra loro potrebbe suggerire che Criston in un certo senso sia oggetto di molestie sul lavoro. Credo però che questo non sia il sottotesto della scena, costruita per lasciar intendere che l’evento fosse desiderato anche da parte del cavaliere. È vero che c’è uno sbilanciamento di potere anche tra loro e che Ser Criston non ha del tutto chiare le circostanze in cui Rhaenyra decide di sedurlo. Questo a mio avviso potrebbe influenzare l’arco futuro della loro vicenda sentimentale.

In ogni caso, la prima vera e propria esperienza intima di Rhaenyra è questa. Viene incoraggiata alla sua stessa emancipazione dal comportamento ambiguo dello zio, di cui ascolta i consigli riguardo alla possibilità di abbandonare la solitudine per il piacere. Ma alla fine, lo fa trovandosi una dimensione soltanto propria.

L’empowerment di Rhaenyra è contrapposto al suo esatto contrario, con la tristissima vicenda di Alicent. Questo è il terzo caso proposto dall’episodio: la vita sessuale di una ragazza a cui tutto viene imposto e in cui non c’è mai alcun piacere. Non c’è seduzione, nella vita di Alicent, né ambigua, né gioiosa. Il suo è solo dovere riproduttivo, come viene esplicitato più volte durante alcuni dialoghi in cui Rhaenyra chiarisce perché sia tanto refrattaria al matrimonio.

Ha capito che il suo ruolo sarebbe quello di “corpo fertile”, una sorta di prigionia in cui si rimane a disposizione per produrre eredi. È esattamente ciò che sta succedendo ad Alicent, entrambe le ragazze ne sono coscienti. Assistiamo alla sorte di Alicent in una scena molto triste e potenzialmente triggherante, in cui la ragazza viene convocata per fare il suo dovere di regina.

Questa è a tutti gli effetti una rappresentazione di violenza, in cui il re Viserys non è totalmente conscio di starne commettendo una. Il rimando più immediato che mi viene in mente è al film di Ridley Scott The Last Duel, del 2021. Pur essendo molto più crudo nella descrizione delle violenze, contiene alcune scene che somigliano a quella tra Alicent e il re. In House of the Dragon, quando ciò accade, l’inquadratura torna sulle dita scorticate della regina, confermando il sospetto che tutto questo possa essere iniziato prima del matrimonio con Viserys. Le dita sono la cartina tornasole dell’angoscia della ragazza.

Alicent ha una brutta reazione, quando viene a sapere dei gossip su Rhaenyra e lo zio. Il suo percorso fin qua dipinge la regina come buona e affezionata all’amica, verso cui è leale al punto da difenderla sempre persino a discapito della sua stessa prole. In questa puntata, ne indossa persino i colori, cioè il rosso e il nero della casata Targaryen, al posto del verde degli Hightower.

L’idea che Rhaenyra abbia avuto rapporti in pubblico con il suo stesso zio, disgusta Alicent oltre ogni limite. Nella sua reazione, vediamo i segni di tutto quello che ha passato fin qua. Per Alicent, quelle cose sono soltanto dispiaceri da affrontare stoicamente. Sentire il pettegolezzo su Rhaenyra la pone davanti a due possibili realtà alternative: in una, la sua amica trova piacevoli quelle attività disgustose; nell’altra, vi è stata costretta così come è accaduto ad Alicent. In entrambi i casi, è troppo per lei: vediamo l’abituale contegno della regina incrinarsi per la prima volta solo davanti a questa notizia.

Per me, rimane nell’aria il sospetto che Rhaenyra e Alicent siano anche gelose l’una dell’altra. Nel pilot ce le presentano come amiche inseparabili. Tutto ciò che Rhaenyra vorrebbe nella vita è volare sul suo drago assieme ad Alicent e mangiare torta. Io la trovo una dichiarazione d’intenti abbastanza esplicita.

Il quarto episodio ci conferma ancora una volta quanto questa serie sia capace di allontanarsi da Game of Thrones. La scena tra Rhaenyra e Ser Criston fornisce la descrizione di un piacere femminile più realistico, per quanto aspirazionale (tutto è perfetto), qualcosa che nella serie originale abbiamo intravisto a malapena con Ygritte e poco altro. Persino le scene di violenza, qua sono affrontate con uno sguardo più sensibile.

In otto stagioni di Game of Thrones, non avevamo mai visto descritta altrettanto bene la vita nei bassifondi di King’s Landing — che venivano spesso nominati, ma mai mostrati così. In questa puntata notturna, Rhaenyra lascia il mondo conosciuto del castello, affacciandosi sul buio ignoto dei passaggi segreti. Travestita, scende dalla collina fino alla città, dove viene avviluppata in un carnevale di fuochi e teatro.

Persino l’attività delle case di piacere è diversa da quelle che vedevamo spesso in Game of Thrones. Sia nel pilot, sia nel quarto episodio, sono luoghi in cui questo piacere è condiviso collettivamente in grandi feste, senza particolari squilibri di genere e orientamento.

L’episodio ha una traiettoria obliqua per quanto riguarda le macchinazioni politiche. Ci sono vari complotti in corso: Daemon manipola Rhaenyra, mentre allo stesso tempo Lord Hightower spia la principessa per causarne la rovina. Intanto, il re sta impazzendo perché non riesce a convincerla a sposarsi. Queste valanghe precipitano fino a convergere nel più strano dei risultati: da una parte, Rhaenyra che accetta senza fare troppe storie il matrimonio con il giovane Velaryon, e dall’altra la fine della carriera politica di Lord Hightower come Hand of the King per Viserys.

Dicevo nello scorso episodio che Otto Hightower mi ricordava Tywin Lannister. Ecco, c’è da dire che Tywin non avrebbe mai fatto gli errori grossolani commessi da Otto. La puntata si conclude ancora una volta con padre e figlia, Viserys e Rhaenyra, allineati e alleati. Il re omaggia la principessa con la versione medievale della pillola del giorno dopo, chiudendo per sempre la questione sulla sua verginità.

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Sara Mazzoni
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Written by Sara Mazzoni

Podcast: Attraverso Lo Schermo. Scrivo di cinema e televisione.

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