Game of Thrones 8x03, The Long Night
Breakdown e gruppo di autoaiuto per superare la puntata
Che non si siano realizzate tutte le mie predizioni è un’ottima cosa, perché sarebbe stato deludente il contrario. Purtroppo è successo quello che molte persone si auguravano non accadesse, me compresa. Ciò non toglie che l’episodio sia bello, con tanti momenti memorabili e una direzione artistica notevole nonostante il buio che trionfa sullo schermo — ma non nella storia.
Entusiasmi
Regia e fotografia. Nonostante sia una puntata molto scura, non fa quasi mai gli stessi errori di certi episodi passati, in cui non si vedeva niente (un esempio calzante è la battaglia tra Guardiani della Notte e Wildling in Watchers of the Wall, 4x09). Il direttore della fotografia è Fabian Wagner, che ha lavorato a tutti gli episodi di Miguel Sapochnik. Il contrasto tra la notte invernale e il fuoco della battaglia riesce a creare delle condizioni luminose spesso suggestive — e quanto meno corrette (ho letto molte lamentele sul buio eccessivo dell’episodio; capisco, però per me questa è una fotografia accettabile — a patto di vederlo al buio, cosa che vi dovreste rassegnare a fare anche voi invece di guardarvelo a mezzogiorno su un telefono). Sapochnik è sempre bravo, lo considero il miglior regista di Game of Thrones. Il suo episodio più riuscito rimane Battle of the Bastards, senza nulla togliere a questo The Long Night. Qui ho apprezzato la cupezza metallara delle apparizioni dei draghi, con le fiamme che squarciano la notte. L’orchestrazione dei punti di vista funziona, con bei momenti che ricordano il pov di Jon in Battle of the Bastards, ma senza autoplagiarsi. La parte horror nel castello è dignitosa. Molto bello l’inizio, col fiato sospeso, il silenzio, il buio e lo sterminio dei Dothraki ingoiati da una nuvola nera di morte. La sequenza finale in cui sembra che tutti stiano per morire e arriva il Night King nel boschetto è solenne e disperata. Questo accade anche grazie alla colonna sonora di Ramin Djawadi, che qui tira fuori l’ennesimo pezzo toccante, dedicato al morto di puntata che ci spezza il cuore: The Night King.
Madonna, quanto mi piacciono i titoli di testa di quest’anno.
Daenerys. Molto efficace mostrarla in grande pericolo, persa sul terreno di battaglia, assaltata dai wight, scansata dal drago. Bello anche il combattimento finale durante il quale la vediamo per la prima volta usare una spada (notate come segue il consiglio di Arya e Jon “Stick ’em with the pointy end”). Per un attimo ho pensato che morisse, perché la scena funziona.
Sam. Mi è piaciuto vederlo così in difficoltà, senza stronzate eroiche dispensate a caso, mentre si caga sotto. Ottimi tutti i suoi momenti, visto che lo odio me li sono goduti ancora di più.
Arya vorticante tra gli zombi. Molto figa durante la puntata, quando fa fuori una massa di wight, e anche quando scorrazza per il castello malmessa.
Sansa e Tyrion. ❤ Awwwwwwwwww ❤
Sansa e basta. È ancora viva, sono felice.
Verme Grigio incredibilmente si salva anche questa volta, dimostrandosi il vero highlander dello show (insieme a Tormund).
I condottieri confusi, Jon Snow e Daenerys. Mi è piaciuto come non se la trovino mai pari e facciano un sacco di cazzate. Dany giustamente impazzisce quando vede i Dothraki fatti a pezzi; Jon vorrebbe attenersi al piano, ma poi per il resto della puntata fa cose a caso e cerca di suicidarsi in numerose occasioni, come è sua abitudine da sempre. Alla fine mi piace che siano così, non perfetti e non geniali. Già sono belli e nobili, farli pure intelligenti sarebbe eccessivo.
Cersei aveva ragione. Amandola follemente, non posso che rallegrarmi per lei. Ha fatto bene a non muovere un dito, visto che della faccenda se ne sono occupati i suoi nemici, perdendo metà del loro esercito.
Bene e male insieme
Le cripte. Perché risorgono morti a caso e non Ned e Lyanna Stark? O se sono risorti: perché non ce li hanno fatti vedere? Ma soprattutto: come è possibile che nessuno a Winterfell avesse previsto la cosa? Questa scena non mi è andata del tutto giù, anche se il suo tono da b-movie ha un certo carisma.
Melisandre. allora, per me ci sta che la profetessa del Lord of Light, una volta spariti i White Walker, decida di porre fine alla propria esistenza centenaria: lottava per la luce ma la minaccia è scomparsa, è una creatura antichissima e stanca. Sono contenta che non sia stata uccisa da qualcun altro. Però non mi ha convinta del tutto il suo compito a Winterfell; alla fine doveva solo motivare Arya (“blue eyes”). Le sue altre azioni sono state delle iatture: incendia le spade ai Dothraki e quelli muoiono tutti nella scena successiva. Accende i fossati e i non morti li oltrepassano dopo 3 secondi. Il senso ultimo di Melisandre era esclusivamente quello di dire all’eroina: “Ti ho vista uccidere il Night King”. Mi è piaciuto invece il richiamo a “Not today”: Arya in quel momento sa che la strega non scherza con le sue visioni (anche se a dire il vero sembrava già convinta) e il monito serve soprattutto da incoraggiamento, le ricorda i suoi valori e la sua identità. Tra l’altro, “Cosa diciamo al dio della morte” non era un’espressione poetica, ma proprio letterale.
Arya final killer. Era da quando aveva acquisito la daga di Little Finger in acciaio di Valyria che sembrava probabile il suo ruolo nell’uccisione del Night King. Sono contenta che sia stata lei, ma forse era un momento un po’ prevedibile nell’economia generale dello show, anche se vedo che molti si sono sorpresi. Nella puntata ha comunque funzionato come un colpo di scena — benché gli eventi con Beric e Melisandre lo anticipassero ampiamente — perché la battaglia nell’ultima parte va così male da non sembrare possibile un esito positivo. Notate come quel pugnale sia in giro dalla prima stagione, in cui è stato usato per cercare di uccidere Bran, e qui invece gli salvi la vita. Rimane un po’ brutale il modo in cui Arya salta fuori dal nulla a risolvere la situazione in un colpo solo. Ma quindi è lei The Prince That Was Promised, o quella profezia non voleva dire niente?
I poveri Dothraki. Per quanto ami la cattiveria di Game of Thrones, ci pensate che i Dothraki hanno seguito Daenerys a Westeros solo per essere completamente sterminati da un esercito di zombie?
Delusioni
L’elefante nella stanza: è morto il Night King (come uno scemo) e sono scomparsi i White Walker. Questa non solo è una tragedia immensa, ma sposta tutti gli equilibri dello show: la minaccia più grande non c’è più, i veri antagonisti dell’umanità, presenti dal primo secondo della serie, se ne sono andati in una bolla di sapone. Non è facile pensare che Cersei possa essere davvero il mostro finale (e magari infatti non lo sarà), ma è difficile pensare a qualsiasi cosa come a una minaccia più forte dei White Walker. Ma il fatto più difficile da accettare è che essi siano ricondotti al ruolo di “una delle tante sottotrame dello show”, stabilendo che la vera linea principale è sempre stata ed è ancora “chi siederà sul trono”. I White Walker sballavano tutti i calcoli nel gioco di potere, costringevano a pensare fuori dalla proverbiale scatola.
Pochi morti. Sono stati veramente avari, su questo fronte. Le morti in sé sono state giuste e belline. Jorah salva la sua amata regina, Edd muore a caso da bravo soldatino, Beric salva la nostra eroina (ma non si risveglia zombie???), Lyanna Mormont viene stritolata da un gigante. Apprezzo, però davvero, mi sembrano un po’ pochi i danni. Theon muore nel modo più scontato possibile, e forse è la più grossa delusione: la sua redenzione poteva essere ancora più lunga e dolorosa, meno plateale ed eroica, se non moriva proprio. Il pezzo da 90 che ci lascia è il Night King, e non uno delle casate principali.
E adesso?
Ripresami dal lutto per la morte del Night King, mi rendo conto che esistono ancora 3 puntate di Game of Thrones in cui dovrebbe succedere un po’ di tutto. Il mio amato Mastino fa ancora in tempo a uccidere suo fratello e/o Cersei. Bronn può ancora piantare uno spadone in gola a Jaime e una freccia in fronte a Tyrion. Jon e Daenerys si possono litigare il trono, Sansa può diventare la regina e il resto dei personaggi può morire nella battaglia dell’episodio 5.