Devs, episodio 5
La serie fantascientifica di Alex Garland
Ovviamente SPOILER sulla quinta puntata di Devs. Mi è piaciuta la soluzione visiva usata per rappresentare il multiverso e il senso che esso ha per Forest: una gamma di possibilità, in cui ci sono tutte le gradazioni possibili. La vicenda del personaggio è quella ambientata nello scenario peggiore di una certa ramificazione. Trovo un po’ debole che questa possa poi rivelarsi l’unica vera motivazione dietro alla costruzione della macchina (dimostrare se l’incidente poteva essere evitato o no), ma l’alternativa (riportare in vita la figlia) mi farebbe ancora più incazzare perché è uno dei trope più abusati in questo tipo di storia.
Non ho apprezzato l’uso della macchina Devs come un televisore che trasmette brani della backstory che la puntata vuole raccontare: svilisce il valore del dispositivo stesso, ma è soprattutto una scelta narrativa di grande pigrizia. I flashback sono un banco di prova, soprattutto nella scrittura seriale; nonostante la trovata di cui sopra, la scelta dello zapping per me non funziona.
Come meccanismo è ingenuo, realizzato sbrigativamente senza una cornice adeguata. Ma uno dei problemi principali è che non ce ne frega niente del passato dei personaggi, perché per 4 puntate non c’è stato alcun modo di interessarsi davvero a loro. D’altra parte, la narrazione — che in teoria a questo punto dovrebbe essere esclusivamente plot driven — sin dall’inizio centellina gli snodi di trama, allungando tutto a dismisura. Cioè non è guidata né dall’equilibrio tra i personaggi, abbozzato malamente, né dalla storia stessa, troppo esile (Dark è un ottimo esempio di racconto in cui non importano i personaggi, ma la loro collocazione nello spazio-tempo narrativo; il suo intreccio è costruito in modo diversissimo da quello di Devs e per me funziona molto meglio).
A me pare evidente che quello di Devs sia un buon soggetto per un film di 90–100 minuti, e che la sua trasposizione seriale sia invece risultata in uno stiracchiamento che mostra tanti spazi vuoti. Leggere ogni settimana i titoli di coda che indicano Alex Garland come unico scrittore dello show mi fa pensare che un confronto con altre persone avrebbe potuto aiutarlo a mettere in piedi un’impalcatura seriale migliore. Non ce ne sarà stata l’occasione da un punto di vista produttivo, io non posso sapere come è andata. Però mi dispiace constatare che in queste puntate ci siano così tante occasioni perse.